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APRIRE UNA ATTIVITA’ IN SPAGNA

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Scopri come aprire una attività in Spagna: i requisiti, i costi e i passaggi da seguire per avviare la tua attività imprenditoriale. In seguito alla crisi mondiale, molti imprenditori italiani hanno deciso di aprire una attività in Spagna o trasferire le proprie attività verso i Paesi più colpiti, con l’intento di costituire una attività imprenditoriale a costi ridotti. Tra i Paesi di maggiore interesse, vi è la Spagna. Questo perché, nonostante le società straniere debbano seguire una normativa stringente, i costi restano comunque non troppo elevati. Inoltre, si tratta di un Paese in cui è molto facile aprire una attività in Spagna e trovare personale che abbia una buona formazione e che sia all’altezza del ruolo da svolgere. Qui di seguito, spiegheremo tutti i passaggi necessari per poter intraprendere una attività imprenditoriale in tale Paese.

Anzitutto, è opportuno sapere che aprire una attività in Spagna ci sono le regioni sono autonome ed ognuna ha la propria particolare legislazione che regola le aperture di nuove attività, pertanto, sarebbe utile affidarsi ad una persona del luogo in cui si decidesse di aprire la propria attività, in modo da affidargli tutte le pratiche burocratiche. Dopodiché è bene affidarsi alle Camere di Commercio spagnole che hanno sportelli dedicati agli imprenditori stranieri od anche chiedere il supporto alle Camere di Commercio italiane che si trovano in Spagna.

In particolare

La Spagna rilascia a tutti gli stranieri il NIE, ossia una sequenza di numeri che identifica in maniera univoca il cittadino straniero. Soltanto una volta ottenuto il NIE, vi sarà possibile intraprendere la vostra attività.

Aprire una attività in Spagna: Per poter richiedere il NIE, bisogna chiedere un appuntamento collegandosi al sito administracionespublicas.gob.es e selezionare il link Certificado de ciudadano de la Uniòn Europea. Una volta fissato l’appuntamento, bisogna recarsi alla Direcciòn General de la Policia (àrea de Extranjerìa) con i seguenti documenti:

– la stampa della prenotazione dell’appuntamento (Justificante de la cita);

– passaporto o carta di identità e relative fotocopie;

– Formulario EX18 (che si stampa sempre dal sito);

– la ricevuta della Tasa modelo 790 (cod.12) di 10,30 euro, che si può pagare in qualsiasi banca;

– un qualsiasi documento tradotto e giurato che attesti che avete le risorse economiche per mantenere voi e/o la vostra famiglia in Spagna senza pesare sull’assistenza sociale dello stato spagnolo. La traduzione e il giuramento dei vostri documenti possono essere effettuati presso l’agenzia di traduzioni Forum Service.

Il rilascio del NIE richiede circa due settimane, durante le quali è opportuno informarsi sul tipo di documenti che serviranno per aprire il vostro tipo di attività, che naturalmente variano in base al tipo di impresa che si decide di avviare.

Le forme giuridiche più comuni in Spagna sono le seguenti:

– empresario individual o autònomo (impresa individuale o lavoratore autonomo), che è dedicato agli artigiani e ai liberi professionisti, che possono però assumere anche i propri lavoratori e sono responsabili dei profitti e delle perdite dell’impresa;

– sociedad de responsabilidad limitada (società a responsabilità limitata), che richiede un capitale iniziale di tremila euro e la presenza di più individui che partecipano all’impresa. E’ ideale per piccole e medie imprese. La responsabilità coinvolge solo il capitale societario versato;

APRIRE UNA ATTIVITA’ IN SPAGNA

In seguito alla crisi mondiale, molti imprenditori italiani hanno deciso di aprire una attività in Spagna o trasferire le proprie attività verso i Paesi più colpiti, con l’intento di costituire una attività imprenditorial

– sociedad anónima (società anonima), che prevede un capitale iniziale di sessantamila euro e una quotazione in borsa. E’ ideale per le grandi aziende.

Il successivo passo (ed anche l’ultimo) sarà quello riguardante la registrazione della vostra attività. Per far ciò, bisognerà riferirsi ai seguenti portali:

– portale della camera di commercio spagnola;

– ministero della piccola e media impresa;

– agenzia tributaria spagnola.

Vi indichiamo qui di seguito i pochi passi per la richiesta del preventivo gratuito alla nostra agenzia di traduzione

  • Per l’invio dei file per aprire una attività in Spagna, si potrà utilizzare la nostra pagina dedicata del Preventivo Online. Si potrà inserire in poche passi i vostri dati ci perverrà immediatamente. Riceverete una nostra prima mail della conferma di ricezione della vostra richiesta.
  • Elaboreremo immediatamente il vostro preventivo che sarà spedito sulla mail che ci indicherete. Sarà anche specificata la tempistica e le comode opzioni per il pagamento.
  • Nel caso di accettazione del preventivo, si dovrà procedere con il saldo del preventivo. Si potrà utilizzare i dati riportati in calce allo stesso; si potrà effettuare un bonifico bancario, inviandoci la ricevuta oppure, cliccando sull’icona “Paga adesso”, lo si potrà effettuare a mezzo Carta di Credito sulla pagina protetta del circuito Paypal.
  • Successivamente, la vostra richiesta sarà avviata immediatamente e la traduzione sarà affidata ai nostri traduttori che la elaboreranno con professionalità e tempismo.
  • Nel caso di giuramento e legalizzazione della traduzione, occorreranno pochi giorni per completare tutte le procedure.
  • Al completamento di tutte le procedure, i vostri documenti saranno inviati con una scansione al vostro indirizzo email e, l’originale, sarà inviato per Corriere e messo a vostra disposizione presso i nostri uffici.
  • Per tutta la durata del lavoro, saremo a vostra disposizione per aggiornarvi sulla tempistica.

Eventuali altri quesiti da porre non esitate a contattarci oppure inviarci i vostri file da tradurre così da inviarvi un dettagliato preventivo senza alcun impegno.

Aprire una attività in Spagna

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PATENTE DI GUIDA PER GLI STRANIERI

PATENTE DI GUIDA PER GLI STRANIERI

PATENTE DI GUIDA PER GLI STRANIERI

Tra le varie problematiche che deve risolvere una persona straniera che decide di risiedere in Italia, compaiono tutte quelle relative alla Patente di Guida per gli stranieri. Qui di seguito, discuteremo brevemente riguardo tutto quello che occorre sapere a qualsiasi persona straniera, in possesso di una Patente di Guida per gli stranieri, che decide di trasferirsi in Italia.
Per prima cosa, occorre distinguere due casi, ovvero il caso in cui la persona in questione sia originario di un Paese appartenente all’Unione Europea ed il caso in cui il Paese originario della persona in questione sia un Paese extra UE.
Nel primo caso, non sorge alcun genere di problema. La persona in questione può infatti può tranquillamente circolare con la sua Patente di Guida per gli stranieri in Italia. E’ consigliabile, però, richiederne la conversione o il riconoscimento di validità, così da non far nascere problemi e velocizzare i procedimenti di eventuali rinnovi e/o duplicati. Quando la Patente di Guida per gli stranieri viene convertita, viene praticamente sostituita con una Patente Italiana; quando viene riconosciuta, invece, viene semplicemente applicato un bollino sulla Patente originale.

Paesi extra Europei

Nel caso in cui la persona in questione provenga da un Paese extra UE, essa può circolare in Italia con la sua Patente di Guida per gli stranieri per massimo un anno, dopodiché dovrà richiederne la conversione o, se ciò non è possibile, deve necessariamente sostenere l’esame di guida in Italia.

Il titolare di una Patente convertibile è tenuto a presentarsi presso l’Ufficio Motorizzazione Civile di competenza prima della scadenza dell’anno con i seguenti documenti:
1. domanda redatta su modello TT2112 disponibile presso gli Uffici di Motorizzazione Civile;
2. le ricevute di avvenuto pagamento degli importi necessari (i bollettini sono sempre disponibili presso gli Uffici di Motorizzazione Civile);
3. Certificato Medico in bollo con foto rilasciato dall’ ASL (questo solo se la Patente è già scaduta);
4. due fotografie, di cui una autenticata (l’autenticazione può essere effettuata presso lo stesso sportello, presso un notaio, il comune o il medico che ha rilasciato il certificato)
5. Patente straniera in originale ed una fotocopia di essa;
6. Carta d’identità e fotocopia;
7. Codice fiscale e fotocopia.

Durante l’esame di pratica, però, può essere richiesta anche la traduzione giurata della Patente, tale traduzione può essere richiesta presso la nostra agenzia di traduzioni FORUM SERVICE..
I cittadini extracomunitari dovranno inoltre esibire:

1. il Permesso di Soggiorno;
2. la fotocopia del documento di identità.
In ciascun caso, la Patente originale verrà ritirata e restituita alle Autorità Estere competenti.

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Le lingue e i bambini

Le lingue e i bambini

Le lingue e i bambini

Spesso siamo ostili ad imparare nuove lingue, specialmente se imposto dalle istituzioni scolastiche o da doveri ben precisi. Sembra un’impresa ardua specie per chi non ha “la predisposizione nel sangue”. Eppure tutti abbiamo avuto quella capacità di recepire una lingua che non conoscevamo. Ci distinguiamo dagli animali per l’uso della parola. Difatti ogni persona ha imparato un linguaggio convenzionale, utilizzato dalle persone che aveva intorno.

Ma cosa distingue un adulto che deve imparare una nuova lingua da un bambino che ancora non conosce nulla?

I neonati inizialmente comunicano con il mondo attraverso il pianto oppure con qualche gridolino. Ma sono abili osservatori, così dalle loro culle o in braccio a chi si prende cura di loro. Scrutano gli adulti che hanno intorno. Iniziano così a comprendere che si può comunicare anche senza piangere. Inoltre che a ogni oggetto di cui fanno esperienza con il tatto o con il gusto corrisponde una parola. I bambini sono una “tabula rasa” senza informazioni e senza nozioni, ma sono pieni di curiosità e di abilità. Infatti sono delle spugne che immagazzinano velocemente tutto quello che li circonda.

Guardando i grandi capiscono che se pronunciano la parola “pappa”. Qualcuno gli dà da mangiare, se implorano “nanna” si ritrovano nel letto e se dicono “mamma” o “papà”. Anche qualcuno si precipita da loro a coccolarli. Tutto questo viene appreso attraverso l’esperienza che ogni bambino compie da quando nasce. Ma anche in tutto il percorso in cui viene a contatto con il mondo. Intorno all’anno e mezzo il bambino è già in grado di unire due parole o di fare piccole frasi per farsi capire. Questa sua predisposizione viene dalla spontanea “socievolezza” che contraddistingue ogni uomo. Già da piccoli infatti si vuole provare a comunicare con gli altri. Il desiderio viene sicuramente appoggiato anche dal bisogno di farsi capire, parlare lo stesso linguaggio permette infatti di non essere soli e di poter capirsi a vicenza.

Oltre all’esperienza, ogni essere umano è in grado di apprendere il linguaggio partendo dalle regole. Ogni lingua ha delle strutture grammali ben precise, dove le strutture più semplici sono le parole. I bambini non solo imparano il lessico, ma riescono anche ad assimilare le varie regole grammaticali ,tutto questo avviene grazie a un apprendimento tacito di queste che permette la costruzione di infinite frasi. L’aspetto interessante è che dopo aver imparato le regole e mettendole in atto, il bambino inizierà un processo di ipercorrettismo. Non dirà più “Io ando”, ma riuscirà a capire che si trova di fronte a un verbo irregolare e riuscirà a coniugarlo nel modo corretto.

Tutto questo permette la crescita del bambino sia sotto il livello culturale, che morale, permette la sua integrazione nella società e la sua voglia di interagire ed imparare. E’ un processo spontaneo quello di imparare la propria lingua madre, tanto che a volte parlando dell’elasticità della mente dei bambini si consiglia di fargli apprendere già dall’infanzia due lingue, così da padroneggiarle entrambe senza confusione e con grande tranquillità.

Questo processo spontaneo che abbiamo sperimentato tutti durante la nostra tenera età, potrebbe essere coltivato e migliorato anche con il tempo. Allenando la mente e tenendo elastico il proprio cervello, così da non provare difficoltà quando si è di fronte a nuove lingue. Un ottimo stratagemma per imparare un nuovo idioma potrebbe essere quello di partire per un Paese straniero per qualche tempo e comportarsi esattamente come bambini. Tabule rase, digiuni di ogni informazione, ma spinti dalla necessità di integrarsi e farsi capire. Se nella teoria le regole possono essere padroneggiate senza alcuna difficoltà, di certo mettendosi in campo si arricchirebbe notevolmente il proprio bagaglio lessicale, grazie all’esperienza fatta.

Tutto questo è facilitato se alle spalle della persona che vuole imparare una nuova lingua. C’è un’agenzia qualificata come la Forum Service, disponibile a fare da tramite in un momento di disorientamento. Questo permette la traduzione di documenti che servono per la permanenza in un paese straniero. Oppure magari per tradurre dei diplomi o degli attestati di frequenza di qualche corso di lingua affrontato nel Paese straniero e che deve essere riconosciuto qui in Italia.

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Scuole in Francia

Scuole in Francia

Scuole in Francia

Per svariati motivi, tra cui lavorativi, può capitare che una intera famiglia, figli compresi, debba spostarsi in un altro Paese. Tra le varie problematiche che si riscontrano in tal caso, compare l’iscrizione dei figli alle scuole nel nuovo paese di residenza.

Anzitutto, occorre sapere che, qualora ci si trasferisse in un paese appartenente all’Unione Europea dall’Italia, i figli hanno il diritto di frequentare qualsiasi scuola alle stesse condizioni dei cittadini nazionali e verranno, pertanto, inseriti in una classe di alunni della loro stessa età e di livello equivalente a quello della classe frequentata nel paese d’origine, indipendentemente dalle loro conoscenze linguistiche. Inoltre, la normativa europea prevede il diritto per i figli di ricevere un’istruzione d’accoglienza gratuita con l’obiettivo di insegnar loro la lingua locale e aiutarli ad adattarsi al nuovo sistema scolastico. Bisogna tener conto, però, che il sistema scolastico del nuovo paese di residenza potrebbe essere molto diverso da quello italiano; pertanto, non esiste un riconoscimento automatico dei certificati scolastici ma bisogna chiedere alle autorità nazionali di riconoscere tali certificati.

Scuole in Francia

Ad esempio, per le Scuole in Francia, l’istruzione è obbligatoria dai sei ai sedici anni. Si frequenta la scuola materna fino ai sei anni e la scuola elementare fino agli undici. Dopodiché, non esiste la scuola media ma il Collège che dura quattro anni. Dai quindici anni in poi iniziano le varie specializzazioni.

Precisamente, il sistema scolastico francese si divide in tre fasi:

  • la SCUOLA PRIMARIA che si divide in école maternelle (che sarebbe il nostro asilo e si divide a sua volta in petite, moyenne e grande) e école émentaire (che sarebbe la nostra scuola elementare e si divide in course préparatorie, course émentaire nivea 1 et 2 e poi course moyen 1 et 2);
  • la SCUOLA SECONDARIA che corrisponde alle nostre scuole superiori e si divide in Collège (fino ai 14 anni) e in Lycée (con il quale si può ottenere il Bac (che corrisponde al nostro esame di maturità)
  • il SISTEMA ACCADEMICO SUPERIORE che corrisponde alle nostre Università, oltre alle quali ci sono anche le Grandi Scuole come l’Ercole polytechnique.

Come già detto, la scuola è obbligatoria fino ai sedici anni, ma molti studenti preferiscono studiare fino aidiciotto anni ed ottenere almeno il Bac, che è fondamentale per iscriversi all’Università.

Gli alunni sono obbligati a frequentare scuole situate a non più di una certa distanza da dove vivono, a meno che non si faccia una specifica richiesta fornendo delle valide motivazioni.

Notizie per l’iscrizione

Per iscrivere un bambino ad una scuola francese, bisogna compilare un documento d’iscrizione presso il municipio (nel caso di scuole elementari) o presso il rettorato (per la scuola secondaria) e fornire la seguente documentazione:

  • il certificato di nascita o il passaporto del bambino, con traduzione giurata in francese (documento disponibile presso l’Agenzia di Traduzioni Forum Service) e lo stato di famiglia, qualora il bimbo fosse nato in Francia;
  • la prova d’immunizzazione (ossia il libretto sanitario in cui si documentano i vaccini)
  • una prova di residenza (come le bollette o una ricevuta di affitto/proprietà);
  • il Certificat de Radiation se il bambino viene da un’altra scuola francese;
  • la prova di assicurazione;
  • i certificati scolastici (tradotti e giurati) accettati dalle autorità nazionali qualora il bambino avesse iniziato a frequentare le scuole in Italia. Anche tali certificati possono essere tradotti e giurati presso la Forum Service.

Una volta fatto questo, verrà rilasciato un modulo che andrà consegnato presso la scuola in questione.

Spesso siamo ostili ad imparare nuove lingue, specialmente se imposto dalle istituzioni scolastiche o da doveri ben precisi. Sembra un’impresa ardua specie per chi non ha “la predisposizione nel sangue”.

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Vendere la propria auto all’Estero

Vendere la propria auto all’Estero

Vendere la propria auto all’Estero

A volte può accadere di dover o voler vendere la propria auto all’Estero e che il migliore acquirente sia una persona che vive al di fuori dell’Italia. Qui di seguito vi mostreremo la procedura che bisogna rispettare per vendere la propria auto all’Estero.

Anzitutto, bisogna che l’acquirente richieda al PRA la cessazione della circolazione per esportazione; infatti, finché non ci verrà rilasciato il Certificato di Radiazione, l’auto resterà intestata a noi, saremo quindi obbligati a pagarne il bollo e ne avremo la responsabilità civile ed amministrativa.

Infatti, accade perché il fatto che la nostra auto venga immatricolata all’Estero non implica la cancellazione di essa dal registro del PRA italiano; inoltre, non è possibile comunicare al PRA la “nostra intenzione di voler vendere l’auto all’Estero”, quindi è obbligo richiedere questa documentazione a esportazione avvenuta.

La Radiazione ha un costo totale di circa 100 euro ed è immediata, ma, affinché avvenga, bisogna che l’acquirente consegni al PRA tutti i documenti necessari. A tal proposito, ci sono due casi.

Anche nel primo caso, lauto è stata acquistata ma non è stata ancora immatricolata, ossia non ha ancora la nuova targa. L’acquirente dovrà consegnare:

  1. il certificato di proprietà;
  2. una documentazione che dimostri che l’auto gli è stata consegnata (ad esempio la bolla doganale!);
  3. una nota di presentazione (si può utilizzare il retro del certificato di proprietà o un modello NP3b);
  4. le targhe;
  5. la carta di circolazione.

Per il secondo caso, lauto è stata acquistata ed è già stata immatricolata, ossia ha già la nuova targa. Allora, l’acquirente dovrà consegnare:

  1. le targhe;
  2. il certificato di proprietà (qualora non fosse stato ritirato dalle Autorità Estere);
  3. un valido documento di identità;
  4. una copia della carta di circolazione estera o un attestato di avvenuta immatricolazione all’Estero

Vendere la propria auto all’Estero

Infatti qualora l’auto è immatricolata in un paese non appartenente all’Unione Europea, occorre anche consegnare una traduzione asseverata della carta di circolazione estera o dell’attestato di avvenuta immatricolazione all’Estero. La traduzione che può essere effettuata anche presso lAgenzia di Traduzioni FORUM SERVICE con sede a Roma.

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